La Nobento reintegri il delegato Fiom e faccia chiarezza
“Reintegrare immediatamente il delegato Fiom licenziato e fare chiarezza sulla reale situazione aziendale e sulle ragioni della richiesta di cassa integrazione straordinaria”: è quanto chiede alla Nobento il segretario della Cgil Sardegna Fausto Durante, che considera del tutto ingiustificati i motivi del licenziamento di Piero Canu e sollecita un netta inversione di rotta da parte dell’azienda nelle relazioni industriali.
“Nello stesso momento in cui la Nobento chiede al ministero del Lavoro la concessione della cassa integrazione straordinaria, sostiene di non essere in crisi e, anzi, di continuare a effettuare importanti investimenti” spiega Durante sottolineando che “le due cose, come è facile intuire, non possono stare coerentemente insieme”.
Una contraddizione non di poco rilievo che dovrebbe sollevare il livello di attenzione anche da parte delle forze politiche e di governo della Sardegna: “Da queste – ha detto il segretario Cgil – ci aspettiamo non un acritico appoggio alle richieste aziendali di cassa integrazione ma l’invito a corrette relazioni industriali e al rispetto delle prerogative che leggi e contratti assegnano alle organizzazioni dei lavoratori”. E a proposito del ruolo del sindacato, Durante aggiunge: “Le organizzazioni dei lavoratori esistono, val la pena ricordarlo alla direzione di Nobento, non per danneggiare o indebolire le aziende, ma per difendere i diritti e la dignità del lavoro”.
La Cgil attende dunque una risposta esauriente e inequivoca da parte dell’azienda rispetto alla domanda di trasparenza e al reintegro del lavoratore, oltre alla disponibilità ad attivare un serio confronto con il sindacato. “E una condizione necessaria per individuare soluzioni condivise e potrebbe contribuire a ricostruire rapporti e relazioni industriali improntate a rispetto e riconoscimento dei ruoli e delle funzioni delle rappresentanze del lavoro” conclude il segretario annunciando che la Cgil è impegnata a tutti i livelli nella risoluzione di questa vertenza, con l’auspicio che “nella importante realtà industriale rappresentata dalla Nobento la voce del lavoro ritorni a essere presidio di diritti e libertà”.