Bnl esternalizza il back office, sindacati uniti nella protesta
Saranno in sciopero per l’intera giornata di lunedì 24 anche i lavoratori delle sedi Bnl in Sardegna, preoccupati, insieme ai colleghi di tutta Italia, per i contenuti del piano industriale presentato dal gruppo. Ad annunciare la mobilitazione sono le segreterie regionali Fisac Cgil, First Cisl, Uilca Uil, Fabi e Unisin: “Quel piano – spiegano – non è supportato da alcun accordo con le organizzazioni sindacali e avrà importanti ricadute anche sul nostro territorio e sulla fragile condizione economica dell’isola”.
Sono circa trecento i lavoratori Bnl che operano nelle venti agenzie della Sardegna: una realtà importante inopinatamente messa a rischio nonostante gli utili che collocano l’azienda al vertice del settore a livello nazionale.
Il piano industriale stilato da Bnl – Gruppo Bnp Paribas prevede la chiusura di 135 agenzie su 705 attualmente operanti sul territorio nazionale, con conseguenti demansionamenti e mobilità, la cessione di ramo d’azienda dell’Information Technology e il progetto di esternalizzazione di buona parte del Back office. Il primo effetto grave di queste scelte è la cessione di 836 lavoratori a società esterne costituite di recente e riconducibili alle multinazionali Capgemini e Accenture. Per i sindacati si tratta di scelte inaccettabili, soprattutto perché maturate in un contesto economico e organizzativo aziendale di tutto rispetto.
Da qui l’avvio della mobilitazione a livello nazionale e la forte preoccupazione delle segreterie regionali per gli effetti negativi che la ristrutturazione avrà nella nostra Isola: “La bulimia di profitto dei colossi del credito non può diventare l’unica molla che spinge le aziende a mettere in piedi ristrutturazioni a scapito dei propri dipendenti, della loro vita e della loro dignità”.