Metano, nessun passo avanti nel confronto a Roma, la Todde frena sulla dorsale
“Un confronto utile a capire ulteriormente le posizioni, ma che non fa registrare passi avanti concreti nella definizione dei percorsi possibili per arrivare agli obiettivi prefissati”: così il segretario regionale della Cgil Michele Carrus commenta, insieme al segretario Filctem regionale Francesco Garau, la riunione a Roma convocata dalla sottosegretaria Todde. “Il tempo delle scelte però, non è una variabile indifferente – ha detto Carrus – perché, ad esempio, senza il gas si rischia di restare inchiodati al carbone, anche dopo il 2025: questa sarebbe la prima conseguenza di tanta incertezza”.
Resta sul tavolo di oggi quanto definito nel Pniec ormai approvato, che fissa obiettivi, anche condivisibili, ma non risolve di per sé i problemi sul campo: la stessa realizzazione del nuovo elettrodotto Sardegna-Sicilia avverrà infatti molto dopo il 2025, dato che allo stato attuale non è un progetto ma solo un’idea-obiettivo e non rappresenta comunque in alcun modo l’alternativa al carbone, che deve invece essere trovata subito, se si vuole davvero arrivare al phase out in tempi rapidi. Questo energe infatti dalla disponibilità dei produttori di energia, Enel e Eph a realizzare la riconversione delle loro centrali, purché si definisca un quadro programmatico e regolatorio certo per l’utilizzo del gas, in assenza del quale non sono in grado di fare progetti.
Il metano resta a detta di tutti una fonte indispensabile per la Sardegna, ma il Governo al momento ha rinviato la decisione definitiva sulla rete di trasmissione a terra nell’Isola allo studio costi-benefici affidato alla Rse da Arera e atteso entro marzo.
“Noi siamo per lo sviluppo e la mobilità sostenibile, per il risparmio e l’efficienza energetica, per uno sviluppo programmato delle fonti rinnovabili – che però non sono tutte uguali e dovremmo iniziare a puntare molto di più su termodinamico e biogas”, ha detto il segretario Cgil sottolineando che “la decarbonizzazione è obiettivo indispensabile e raggiungibile solo con il metano, su cui sono tutti d’accordo, ma occorre anche chiarirsi sulle modalità con cui si porta e si usa, perché, per noi, deve arrivare a tariffe perequate col resto del Paese ed essere distribuito nel modo più efficace, conveniente e sostenibile, ovvero attraverso la dorsale, non certo con la follia della distribuzione affidata alle autobotti”.
Solo così, avvertono Cgil e Filctem, si garantisce il controllo pubblico della risorsa e dell’infrastruttura contro il monopolio che nei singoli bacini starebbe altrimenti in mano ai titolari dei depositi costieri. Il segretario ha poi messo l’accento sulla necessità di sbloccare il porto canale dall’anacronistico vincolo paesaggistico ancora esistente che frena il rilascio dell’autorizzazione al deposito e rigassificatore di Cagliari e allo stesso sviluppo delle attività portuali, che sono in crisi.
Insomma un incontro interlocutorio dal quale si esce con gli stessi interrogativi, e le stesse preoccupazioni, della vigilia: “L’auspicio – concludono Carrus e Garau – è che si inverta la rotta andando spediti verso la realizzazione, con programmi precisi, progetti percorribili e tempi stretti, degli obiettivi prefissati. Per farlo basterebbe rispettare, intanto, gli accordi sul piano di metanizzazione presi nel 2016 tra Governo e Regione, senza tergiversare ancora”.