Lavoro, al via il confronto con la Zedda: “Cambi le regole sui tirocini”. Chiesto un osservatorio su Lavoras
Dopo un chiarimento sul metodo del confronto – sul quale la Cgil ha puntualizzato che “non può certo svolgersi a posteriori, ma deve precedere le decisioni e gli atti” – l’incontro di stamattina tra i sindacati confederali e l’assessora regionale del Lavoro Zedda, è servito a focalizzare alcune criticità sulle quali introdurre possibili correzioni o integrazioni.
Incassato quindi l’impegno a cambiare metodo – con la creazione di un tavolo permanente per il confronto preliminare sulle politiche del lavoro, ampliato all’occorrenza alle politiche sociali, e l’Osservatorio di monitoraggio della spesa per l’utilizzo e l’eventuale riprogrammazione delle risorse di Lavoras (ferma restando la Cabina di regia in capo alla Presidenza) – il sindacato ha chiesto e ottenuto l’impegno a revisionare indirizzi e delibere assunte, su cui la Cgil ha avanzato alcune proposte.
Su Lavoras il sindacato si riserva un approfondimento anche sulle modalità di gestione, sia per la parte attualmente affidata a Insar, che per il futuro. In particolare, per quanto riguarda i cantieri degli Enti locali, la Cgil auspica “il sostegno tecnico ai Comuni e l’alleggerimento delle procedure” e anche il coinvolgimento di altri soggetti ed enti in progetti di dimensione regionale, oltre che territoriale in forma aggregata con sistemi di premialità. Così come è stata sottolineata la necessità di programmare misure e forme particolari d’intervento nelle aree di crisi, specialmente nelle zone interne, per le quali esistono stanziamenti propri senza bisogno, quindi, di sottrarli alla misura Cantieri.
Sulla delibera Tvb, oltre che obiettivi apprezzabili, la Cgil ha individuato qualche punto debole da correggere.
Anzitutto sui tirocini, la Cgil ha contestato un uso improprio dello strumento, piegato alla sola finalità dell’avviamento al lavoro, spesso per di più elusa, e ha avanzato non poche critiche sulla sua modalità gestionale, che consente abusi e maschera forme di sfruttamento, a danno in particolare dei lavoratori stagionali. Per queste ragioni considera davvero sproporzionato lo stanziamento destinato alla misura (13,35 milioni), proprio nel momento in cui, invece, tornano in auge i contratti stabili (più di un terzo dei nuovi assunti nell’ultimo report Istat), per cui servirebbe, invece, rafforzare l’apprendistato, sottofinanziato. Secondo la Cgil occorre correggere le linee guida per verificare e regolare meglio le attività di tutoring, sia delle agenzie promotrici sia nelle aziende ospitanti, escludere categoricamente alcune prestazioni (straordinari, notturni e festivi, mansioni semplici e basse qualifiche), rivedere il valore dell’indennizzo (ora fissato in 400 euro per svolgere ben l’80% dell’orario lavoro!) e, soprattutto, occorre stabilire più forti condizionalità per l’utilizzo dello strumento e sanzioni efficaci per l’uso scorretto, come l’esclusione dell’azienda che se ne renda responsabile da qualsiasi altra provvidenza.
Sulla conferma dei Bonus occupazionali, giudicati molto utili, va verificato l’andamento per valutare differenziazioni tra contratti a termine e stabili, per i quali potrebbe prevedersi l’allungamento dell’incentivo con nuove risorse, e la riduzione di alcuni limiti, per esempio la dimensione dell’impresa utilizzatrice.
Anche i voucher formativi a catalogo si sono rivelati positivi, ma restano alcune questioni aperte: dai criteri di accreditamento delle agenzie alla verifica delle capacità formativa interna alle stesse aziende e alla certificazione delle competenze. La materia è parte di un ragionamento più ampio sulla riforma della Formazione professionale che, infatti, il sindacato sollecita.
Insomma, molte le questioni aperte e i rilievi avanzati dal sindacato, che attende il prossimo incontro, già fissato per il 30 settembre, per confrontarsi anche su altre misure in preparazione.