Landini a Cagliari, al via la campagna referendaria

Landini a Cagliari, al via la campagna referendaria

Al via stamattina alla Fiera di Cagliari con la partecipazione del segretario della Cgil nazionale Maurizio Landini, la campagna referendaria che vedrà anche in Sardegna il sindacato impegnato in una lunga mobilitazione per portare le persone al voto sui cinque quesiti, quattro sul lavoro e uno sulla cittadinanza.

All’Assemblea delle assemblee generali gremita da oltre 1400 delegati e delegate provenienti da tutti i territori e dalla partecipazione di associazioni, cittadini e cittadine, le conclusioni sono state affidate al segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. Ad aprire i lavori, moderati dal giornalista e scrittore Nicola Muscas, dopo il sindaco Massimo Zedda, la chiacchierata tra il segretario della Cgil Sardegna Fausto Durante e la professoressa di Diritto del Lavoro all’Università di Cagliari, Piera Loi. Nel corso della mattinata le testimonianze di lavoratrici e lavoratori, la voce delle associazioni al fianco della battaglia per la consultazione di primavera.

Se voti sì al referendum vuol dire che il giorno dopo due milioni e mezzo di persone che oggi la cittadinanza non ce l’hanno, ma che lavorano qui, che sono residenti qui, che pagano le tasse qui, il giorno dopo ce l’avranno. Avrai quattro milioni di persone a cui è stata cancellata la tutela dell’articolo 18 – perché dal 2015 in avanti non ce l’hanno più avuta – che di nuovo avranno la tutela contro un licenziamento ingiusto”: lo ha detto il segretario nazionale della Cgil Maurizio Landini per spiegare gli effetti concreti di una eventuale vittoria nella consultazione.

E ancora, ha aggiunto, “tutti i lavoratori e le lavoratrici delle imprese con meno di 15 dipendenti avranno delle tutele in più che oggi non hanno, un segnale netto contro i contratti a termine che oggi sono liberalizzati: con il sì non potranno più essere utilizzati in modo così diffuso come avviene adesso”.

Parliamo di salute e sicurezza – ha concluso Landini – le morti sul lavoro, dove sono avvenute? Nelle imprese in subappalto, in molti casi le vittime erano precari. Abrogando quella legge l’impresa madre diventerà responsabile di quello che succede lungo tutta la catena”.

Non possiamo più accettare che le decisioni sul futuro di migliaia di lavoratori vengano rimandate all’infinito, con il nostro impegno concreto nella battaglia referendaria per il lavoro stabile, per abbattere la precarietà, per dare a tutti gli stessi diritti –  ha detto il segretario della Cgil Sardegna Fausto Durante – riportiamo il lavoro e i diritti al centro dell’agenda politica”. 

Il segretario ha poi sottolineato che nel 2023 e nel 2024, nove contratti su dieci sono precari: “Ogni dieci rapporti di lavoro instaurati in Sardegna solo uno era caratterizzato dal tempo pieno e indeterminato. Tutti gli altri sono stagionali, interinali o a termine”, ha detto facendo un focus sulla situazione isolana. Tra le criticità più rilevanti, oltre al precariato, c’è la scarsa sicurezza sul posto di lavoro.

E in riferimento anche al quesito sulla cittadinanza Durante ha detto: “Anche in Sardegna tantissimi immigrati “pur vivendo qui, pagando le tasse e avendo figli che vanno a scuola che sono nati qui, sono obbligati a intraprendere un percorso a ostacoli per avere la cittadinanza italiana. Queste sono delle anomalie che contraddistinguono, in senso negativo, la questione sociale e politica italiana e con questo referendum vogliamo provare a invertire la rotta”.