Commissione in Sardegna per i Lep: la Cgil ribadisce il no all’autonomia differenziata
“Alla Commissione bicamerale abbiamo ribadito la contrarietà della Cgil a tutti i livelli all’Autonomia differenziata e ricordato che il sindacato ha raccolto nell’Isola, insieme al comitato promotore, trentamila firme per il referendum abrogativo della legge 86/2024, per il quale il 26 settembre sono state consegnate alla Corte di Cassazione un milione e trecentomila firme”: lo ha detto la segretaria regionale Silvia Messori, che ha rappresentato la Cgil Sardegna all’audizione che si è svolta nel pomeriggio in Prefettura.
Per la Cgil infatti, l’applicazione di quella legge decreterebbe la fine dei principi di unità e solidarietà previsti dalla Costituzione e peggiorerebbe le condizioni delle aree più deboli del Paese, come la Sardegna. “Per ridurre i divari che già oggi caratterizzano le diverse regioni d’Italia, sarebbe stato utile stabilire i diritti (i Lep), misurarne costi e fabbisogni standard con criteri uguali ovunque in Italia, e intraprendere un percorso affinché le regioni che oggi sono lontane da quegli standard possano raggiungerli, al pari delle altre”.
Il percorso che, invece, il governo nazionale sta attuando, dopo l’approvazione dell’Autonomia differenziata, sancirà una diversificazione dei diritti a seconda di dove si vive: “Non è una caso che la Commissione venga qui a fotografare l’esistente allo scopo di definire i costi dei Lep con criteri inaccettabili – spiega la segretaria Cgil – perché l’obiettivo è fissare il quadro di partenza delle diverse regioni per legittimare un diverso impatto economico sul bilancio dello Stato”.
In realtà il vero nodo critico è l’aliquota compartecipativa – ovvero quante tasse restano nelle casse della Regione – che verrà fissata annualmente sulla base di un fabbisogno storico oltre che in relazione alle materie per le quali è stata chiesta la devoluzione.
Insomma, alla fine, l’Autonomia differenziata porterà a sostenere che in regioni come Veneto o Lombardia servono più risorse per finanziare i servizi rispetto, ad esempio, a regioni come Sardegna o Calabria.
Per queste ragioni la Cgil ha ribadito nel corso dell’audizione che l’auspicio della Cgil è sì, quello di parlare di Lep, ma secondo criteri di uguaglianza e con l’obiettivo di garantire a tutti gli stessi livelli di prestazioni di qualità: “Si potrà fare, magari con un nuovo incontro con la Commissione incaricata, dopo l’abrogazione della legge attraverso il referendum”. Il sindacato è mobilitato sin da ora sostegno delle ragioni del sì.