Cgil in audizione su aree idonee: “Impegno apprezzabile ma occorrono correttivi”
La Cgil considera apprezzabile l’impegno profuso nella predisposizione di un testo di legge che inizi a definire alcune norme e criteri per l’individuazione delle aree idonee e non idonee ma il ddl presenta alcune criticità che devono essere riviste con attenzione: è il senso della posizione espressa oggi dal responsabile del dipartimento Industria della Cgil regionale Francesco Garau nel corso dell’audizione alla IV e V Commissione del Consiglio regionale alla quale ha partecipato anche la segretaria regionale Francesca Nurra.
Per il sindacato è evidente che alcune importantissime questioni alle quali il testo fa riferimento rimandano a un quadro normativo che deve ancora essere definito. In particolare, l’elaborazione del Piano energetico e ambientale regionale (Pears), così come la costituzione di una Agenzia regionale dell’energia, della quale si attendono approfondimenti specifici. “Il processo di transizione energetica che vede infatti coinvolta la nostra regione nel quadro di un contesto nazionale ed europeo – ha detto il segretario – richiede una programmazione puntuale e l’elaborazione di un quadro normativo complesso che deve riflettere la visione complessiva dello sviluppo produttivo, economico e sociale dell’isola”.
L’audizione è stata anche l’occasione per ricordare che la Cgil ha espresso una posizione articolata in un documento sul tema energetico diffuso pubblicamente già lo scorso agosto e per ribadire un punto prioritario: “Le scelte intorno alla de-carbonizzazione e alla transizione energetica della Sardegna non possono non passare dalla realizzazione del piano di metanizzazione con la relativa dorsale per trasportare il metano prima e l’idrogeno poi, non certo attraverso una selvaggia colonizzazione di produzione da eolico e fotovoltaico che, invece, deve essere riequilibrata in favore di un mix energetico che contempli – oltre al metano, come nel resto d’Italia e d’Europa – un giusto apporto anche di altre Fer come idroelettrico e biomasse”.
Nel merito del testo di legge, sono state evidenziate alcune criticità, in particolare ai limiti che sembrerebbero compromettere l’installazione di impianti proprio nelle aree che potrebbero essere deputate a ospitarli, quelle industriali attive, in cui insistono già insediamenti produttivi. “Solo per fare un esempio concreto della contraddittorietà di alcune norme specifiche che si vorrebbero introdurre – afferma la Cgil – val la pena segnalare che se il testo venisse approvato così com’è non sarebbe possibile realizzare nemmeno il progetto di riconversione previsto a Fiume Santo”. E’, appunto, soltanto un esempio ma la stessa situazione si verificherebbe anche negli altri poli industriali. Oltre a questo, anche in relazione alle aree minerarie all’interno del parco geominerario “andrebbe fatta chiarezza, perché anche in quei contesti è prioritario valutare le possibili progettualità stando attenti a non minare le opportunità di sviluppo in coerenza con tecnologie e processi innovativi”.
Inoltre, alcuni passaggi che riguardano i terreni agricoli, anche quelli non utilizzati, e il loro utilizzo, dovrebbero essere meglio definiti con l’obiettivo di promuovere e rilanciare la vocazione strategica di alcuni territori: “In particolare, appare riduttivo introdurre limiti che preservino soltanto alcune aree, con determinate caratteristiche produttive ad esempio, mentre altre resterebbero prive di protezione e, potenzialmente, esposte alle speculazioni”.
In conclusione, la Cgil ha fatto presente che nei prossimi giorni verranno approfonditi ulteriormente i risvolti che potrebbero caratterizzare singole parti del ddl per eventualmente proporre ulteriori osservazioni, proposte e correttivi che, questo l’auspicio del sindacato, potranno trovare spazio nella discussione in Aula.