Incomprensibile il ritardo della Regione sull’attuazione dell’Intesa firmata il 26 marzo
“Attendiamo l’attuazione dell’Intesa quadro del 26 marzo per dare subito avvio alle domande per la cassa integrazione in deroga e alle altre misure previste”: la Cgil è preoccupata dal ritardo delle direttive attuative da parte dell’Assessorato del Lavoro e richiama la necessità di dare risposte immediate ai tanti lavoratori che, per la fermata delle attività, rischiano di restare a lungo senza sostegno. “L’Intesa prevede procedure snelle, anche con il perfezionamento successivo degli accordi sindacali – ha detto il segretario generale della Cgil Michele Carrus – perciò non comprendiamo i ritardi: occorre fare in fretta, e anche definire le intese con le banche sarde per far anticipare i trattamenti, poiché anche la mole di lavoro sull’Inps rischia di differire i pagamenti”.
Il segretario Cgil chiede inoltre al presidente della Regione di consultare i sindacati, secondo l’impegno preso a confrontarsi sulle misure per affrontare la crisi attuale e la successiva fase di ripresa. “Sentiamo parlare di varie proposte e di grandi numeri, addirittura due miliardi a debito da contrarre – ha detto Carrus, sottolineando che “certo serviranno tante risorse, ma è più importante sapere per cosa e come utilizzarle al meglio. Quindi va fatta chiarezza sulle priorità che, per noi, vanno necessariamente inquadrate dentro un piano ragionato e condiviso, non date alla cieca, utilizzando l’occasione per distribuire risorse indiscriminatamente”. Per questo la Cgil resta critica sull’adozione di norme e delibere scoordinate, che hanno solo rincalzato le misure nazionali, senza aggiungere nulla se non un maggior discrimine verso lavoratori e imprese esclusi da quelle scelte.
“Per evitare che alla pandemia segua la carestia, è indispensabile mettersi tutti a disposizione di questo processo decisionale – ha detto il segretario Cgil – concorrendo alla creazione di un piano d’intervento ampio, calibrato e condiviso, per rilanciare il sistema economico e sociale sardo investendo quanto necessario nel modo giusto, cioè con un’attenta ed efficace programmazione e accelerando poi le autorizzazioni di spesa”.
E quanto al piano urgente da 120 milioni che, come richiesto dalle forze consiliari di opposizione e maggioranza, il presidente della Regione si appresta a varare: “Vorremmo sottolineare, visto che ci pare sfugga a molti, che in tale piano deve essere garantita una quota significativa di risorse per il sostegno alle decine di migliaia di persone che non possono andare a lavorare e hanno perciò difficoltà a portare il pane a tavola – ha detto Michele Carrus, sottolineando che “molte risultano scoperte dai provvedimenti assunti dal Governo nazionale e le abbiamo invece recuperate nella nostra Intesa quadro regionale, della quale chiediamo la più rapida attuazione”. Ci vuole insomma una considerazione adeguata dei bisogni di tutti, “non una sproporzione così evidente – come quella che sentiamo da molti – tra le assegnazioni per le imprese e gli imprenditori e quelle per i lavoratori e le loro famiglie”.
La Cgil richiama poi l’attenzione sugli ultimi, le aree della marginalità sociale, che sono trascurate in molti ragionamenti sull’emergenza sia sanitaria che economica, ma ne subiscono pesantemente gli effetti. In questo diventa utile la riprogrammazione delle risorse del Reis, oltre al fondo alimentare governativo, ed è fondamentale il ruolo dei Comuni.
“Su queste direttrici di fondo – conclude Michele Carrus – va misurata la bontà e l’efficacia del piano d’emergenza che il presidente della Regione si appresta a presentare ai capigruppo consiliari, e sul quale, come sulle più opportune scelte per la ripresa, vorremmo essere pienamente coinvolti”.