Ex Ati Ifras, stabilità a rischio: “Chi fa parte di Igea deve restare lì”.
I 260 lavoratori di Igea rischiano di essere dimezzati per via del bando regionale per l’affidamento dei lavori del Parco Geominerario, nel quale rientrano tutti i 337 ex Ati Ifras nonostante 113 siano ormai passati, attraverso un concorso, all’organico della società in house che si occupa delle bonifiche minerarie. A sollevare il problema sono le segreterie regionali Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, che già dal 10 settembre hanno chiesto un incontro all’assessorato all’Industria ma attendono ancora di essere ascoltati.
La vertenza dei lavoratori ex Ati Ifras si era evoluta positivamente in una fase transitoria che ha reso possibile il reinserimento in Igea, nei Comuni e negli enti . Ora, in vista del bando di gara per l’affidamento dei lavori per due anni, secondo i sindacati non ha alcun senso coinvolgere anche i 113: se da gennaio dovessero passare, insieme agli altri 264, alla società che si aggiudicherà l’appalto, Igea si ritroverebbe con un organico ampiamente sottodimensionato rispetto al piano industriale in vigore fino al 2021. A questo punto, chiedono sindacati e lavoratori, sarebbe quindi costretta a fare nuove assunzioni per sostituire i dipendenti attuali? Una prospettiva decisamente inaccettabile per Filctem, Femca e Uiltec.
I lavoratori intanto, nei giorni scorsi si sono riuniti in assemblea a Campo Pisano e hanno espresso la loro preoccupazione per la fase di incertezza: “Ormai facciamo parte di Igea – sostengono – abbiamo acquisito ruoli e competenze di cui la stessa società non può fare a meno”. Da qui il rifiuto verso qualsiasi altra soluzione nuovamente transitoria, e soprattutto fuori dall’organico Igea, che metterebbe a rischio la loro stabilità lavorativa.
Ora, in attesa di una convocazione in tempi stretti da parte dell’assessora regionale all’Industria Pili, sindacati e lavoratori fanno sapere che, in alternativa, verranno pianificate le necessarie iniziative di mobilitazione.